Lucrezia Salerno, a Genova ha progettato e condotto laboratori di ceramica presso l’istituto per non vedenti “Davide Chiossone”, la Casa Circondariale di Pontedecimo , il museo di arte Contemporanea Villa Croce, l’Ente Sordomuti ed è intervenuta come docente al corso di Grés e Porcellana presso la scuola di ceramica ad Albisola. Nelle scuole pubbliche ha condotto laboratori didattici con bambini e ragazzi delle scuole primarie mentre nel suo studio predilige una didattica rivolta a tutte le età. Esperienze con fasce di età differente, dimostrano che la materia ceramica aiuta il recupero dell’autostima e della sicurezza. Per lavorare l’argilla non bisogna essere bravi ma solo se stessi, raccontare e raccontarsi attraverso la manipolazione. L’argilla sollecita direttamente il senso del tatto e il gusto della modellazione. Ogni persona normalmente sensibile e soprattutto il bambino, sente per natura il desiderio di plasmare questa massa informe. Le prime realizzazioni del bambino con questa materia costituiscono raramente delle forme compiute, ed assumono il significato che dà loro il bambino stesso,che scopre in esse, come nei suoi primi esperimenti di disegno, più valori contemporaneamente. L’argilla è un prodotto naturale che si estrae direttamente dal suolo, si può modellare quando è umida, quando è semi secca si può tagliarla e una volta secca la si può polverizzare, cuocere, decorare smaltare. Cruda la si può sempre inumidire, per riutilizzarla nuovamente. La terra è una materia che per la sua morbidezza trascina facilmente ad una modellatura superficiale e senza ordine. E’ per questo che l’andamento del lavoro di modellazione in terra, deve essere eseguito più attentamente di quanto non sia necessario per altri materiali. Il lavorare l’argilla non è un vero gioco, in quanto è comunque comandato da regole e il risultato finale non sta nell’utilità dei risultati, ma è fine a se stesso. La terra come mezzo espressivo e non estetico, non realizzazione di manufatti ma raccolta di sensazioni ed emozioni e la terra con la sua plasticità è il materiale adatto ad imprimere i sentimenti.
I laboratori che progetta Lucrezia sono quelli dove i desideri e le fantasie personali sono escluse dall’immagine e lasciano il posto alle emozioni che sono la testimonianza della carica espressiva dell’allievo che stimolato libera un’opera d’arte.